La Baviera in Mini Cooper,
le Goleador alla frutta,
la moltopoco colloquiale Polizei austriaca,
le vignette autostradali,
i piedi nell’acqua,
il Lichtenstein che esiste davvero,
le federe che sanno di cotoletta,
il 112 che in Germania è comunque il 112
i balconi vistalago,
il tedesco arrangiato,
lo splendido albergatore bavarese con le crocks ai piedi e la mano a grattarsilculo,
le stazioni di servizio svizzere col pane e salame a 12 CHF e il senso di poraccerìa aggratis,
il castello di Neu Schwanstein a bassa risoluzione,
i trattori sulla Romantische Straße, i canederli da basket,
i ToiToi nel nulla, le minilatrine da presepe,
“Ma ho chiuso la macchina?”,
“Ma hai chiuso la macchina?”,
gli alberghi a 2,5 km dal centro (di città altre),
le birre bionde senza averne l’aria,
tutti gli stronzi coi terrazzini vista splendida e tutte le viste splendide con vista terrazzini degli stronzi,
i bovindi disegnati,
i cactus di serie,
l’ inutile Schongau,
le degradate periferie quartoggiariche di Füssen,
le Nürnberger Rostbratwurst,
i napoletani sotto il faro di Lindau,
il sanbernardinodelcazzo,
il meteo inclemente.
Però ci siamo pure divertiti.
Si, quella in foto non è la Mini Cooper, ma un fighissimo Chevy Truck del ’57. Andate a bullizzare qualcun altro.
Chi scrive ‘sta roba?
Ciao, sono Ila
Rammendo buchi di sceneggiatura da oltre trent'anni