Casa in ordine, caffè c’è

E se verra’
le parlero’
carezzandola
certo che il mio amor capira’
…e poi mi dira’ che ci sta


I Giganti, Una ragazza in due

Casa in ordine, caffè c’è, la Moskovskaya-three-times-distilled in offerta all’Esselunga giace in freezer accanto alla stalagmite che imprigiona il soffritto Surgela, storico baluardo di un ragù di lacrime di autunni fa. Stasera studio.

Ma “Sei in giro?” – E ci vediamo davanti alla Benetton in Duomo, e ti chiedi perché debbano diffondere nell’aria quel profumo di Arbre Magique parcheggiato al sole d’agosto che ti si appiccica addosso e ti si ripropone dopo ore tipo incubo al frangipane.

In libreria, compri “Un amore” di Buzzati – che io ho letto cento anni fa e già lo so che la Laide Anfossi ti salirà sul culo perché è la sartina profumiera che becchi di solito nella vita ed entrerai subito in rapporto empaticocameratesco con quel minchione innamorato di Antonio Dorigo.

Poi Cordusio, austera Cordusio, il nuovo Starbucks, seguire con gli occhi la fila di gente che stanzia per entrare, che a perdita d’occhio prosegue oltre l’angolo dell’isolato: visto da un drone ricorderebbe quei serpentoni di tessere del domino che imbastivi per un’ora con la precisione di certi mastri orologiai – attraversando mezza casa, oltrepassando ostacoli e arrancando su pendenze di fortuna. E solo per poter veder cader giù tutto, in un microtempo melodioso e irreversibile – la Pornografia della Distruzione in fascia protetta.

Davanti al Piccolo Teatro c’è un uomo col Farfisa che canta “Una ragazza in due” dei Giganti (Mai le dirò – le dirò) e noi che camminiamo abbracciati (Che muoio per lei – le dirò) e facciamo i coretti (le dirò, le dirò) siamo probabilmente gli unici under60 nel circondario e nel mondo a conoscerla.

Passiamo da via Meravigli, dove una volta siamo andati a vedere la mostra sui giorni del Parco Lambro e del Re Nudo e nella foto in cui gli Area suonavano l’Internazionale ci hai visto tuo zio Mario, che all’ Ateneo faceva i girotondi e mo’ son 37 anni che è funzionario di una filiale del Banco di Sondrio a Corvetto e alla sera per dormire conta le pecore e le richieste di mutuo negate, mentre al mattino tra una call e una causa ostativa si ricorda nostalgico del glorioso saccheggio dei 5000 polli congelati al Festival del Proletariato Giovanile del ’76.