Heroes going cheap these days
Price, a bullet in the head
Banana Republic septic isle
Suffer in the screaming sea
It sounds like crying.
Boomtown Rats, Banana Republic
Micronazioni. Sei tu un folle, un idiot savant, il simpa della cumpa? Ti svegli un mattino magari in un glorioso hang over, c’hai i due neuroni che ti fanno l’hula hoop attorno alla testa e decidi di metter su un’entità-qualcosa che possa essere vista come uno Stato indipendente, ma che nessuno – governi e istituzioni – naturalmente si sognerà mai di considerare. In pratica la proiezione della tua vita su un piano istituzionalizzato.
Stiamo minimizzando ovviamente – per farci il tono di blog sarcastico che riesce a malrecensire qualunque aspetto dell’umana stirpe. In realtà è un concetto che affonda radici nel Medioevo delle Abbazie e che si snoda poi nei secoli, passando dall’ondata colonialista del 1800 agli esempi contemporanei delle Fortezze Maunsell e delle ludo nazioni fondate nel secondo dopoguerra, che hanno via via accumulato un valore sempre più utopistico e meno politico.
Ritornando a noi, sei un fuori di testa che vuol darsi forma di Stato sovrano, con regole, pretese geografiche, stampa di valuta e passaporti. E’ per gente come te che si son susseguite realtà assurde, di cui molte ormai andate perse – come ad esempio l’ Esperanta Respubliko fondata da Giorgio Rosa nel ’68 in Italia, poco fuori dalle acque territoriali al largo delle Romagna. Costruita su una piattaforma artificiale con l’esperanto come lingua ufficiale, monete e francobolli propri, mai riconosciuta da nessun governo della galassia, fu occupata dalla polizia italiana e distrutta l’anno dopo. Insomma, nessun rispetto per ‘sti 400 metri quadri su cui c’era addirittura un Consiglio di Governo – probabilmente messo molto meglio della Terza Repubblica. Per chi s’interessa di ‘sti temi improbabili ( che però a chi scrive piacciono molto, NdR) Netflix a ottobre ’19 aveva annunciato l’inizio della produzione di un film sull’ Isola delle Rose, girato da Sydney Sibilia, che s’è reso noto per i vari Smettoquandovoglio.
Altre micronazioni han seguito la sorte della Repubblica Esperantista di cui sopra. Alcune si son rivelate progetti mai partiti – come ci ricordano gli allegri guasconi di Frestonia, ovvero gli squatter di Freston Road a Londra che negli anni ’70 chiedevano la secessione dal Regno Unito, anticipando in piccolo il Brexit Mood dei nostri giorni. Altre hanno da sempre una valenza turistica – vuoi non fotografare il cartello all’ ingresso di Molossia, nel deserto del Nevada, o farti un bagno davanti alla palazzina simbolo di Akhzivland , tra Libano e Israle?
Per ora, l’unica micronazione che son riuscita a vedere – ma non a visitare perchè la Nazione era chiusa, magari per pausa pranzo. non so – è stata Kugelmugel, a Vienna. Quasi sicuramente ci sei passato davanti anche tu, più o meno conscientemente dopo qualche birra alla Schweizerhaus poco più in là, passeggiando lungo l’ Hauptallee, il viale alberato che costeggia il parco del Prater.

Tra chioschi di Bratwurst e tiri al bersaglio, a malapena l’occhio cade su questa palla di poco meno di dieci metri di diametro costruita da Edwin Lipburge negli anni ’70 nelle campagne austriache e poi trasferita qui nel decennio successivo, ad opera del governo che seriamente non sapeva più come scrollarsi di dosso ‘sto megalomane artista che nel frattempo aveva stampato francobolli e documenti di identità, ovviamente formalizzando il tutto con una dichiarazione d’indipendenza e con questo guadagnandosi una condanna per usurpato potere – era un mondo adulto, si sbagliava da professionisti (cit).

Al di la’ di facili(ssime) ironie, quella che ora è un’attrazione turistica e ‘posto instagrammabile’ era nato come casa e atelier di Lipburge – che alla fine ci ha vissuto fino alla morte – in Bassa Austria, a simboleggiare con la forma sferica a un sistema cosmico in cui non c’è inizio e non c’è fine, ipotizzando la possiblità di costruire case che non impattassero l’ambiente ma lo percorressero. Sul sito ufficiale della Repubblica, republik-kugelmugel.com, si puo’ leggere in tedesco la storia della Sfera e tutte i velati insulti che Lipburge ha lanciato dietro il governo austriaco per quasi mezzo secolo.
L’ultima volta che ci son passata, la porta della sfera era aperta, e all’interno si riuscivano a scorgere delle fotografie appese alle pareti, come se ci fosse una mostra. Ma la recinzione con filo spinato incorporato era chiusa, e non son riuscita a capirne di più.
Su Maps o si puo’ trovare il punto preciso dove trovarla nel parco del Prater cercando Antifaschismusplatz, che è anche l’unica toponomastica della Kugelmugel Republik.
Colonna sonora consigliata:
Instagram Photo Credits: @meteoriminiofficial, @sounddept, @greyscapeworld.
Cover Photo by iviaggideldisagio.it
Leave a Reply
View Comments