Should I stay
or should I go?
It’s always tease,
tease,
tease
The Clash, Should I Stay or should I go
Il Grande Sequestro Londinese. Cavallo di battaglia per colorare le serate insieme agli amici di sempre – sguardo vitreo di chi fruga nella nebbia della memoria, e improvvisamente vivido vede davanti a se il Delta del Mekong.
Marzo 2009. L’ennesimo contratto di lavoro da Co.Co.Co. scade, lasciandomi nella umida valle di lagrime bohemienne di chi accarezza il dubbio se cibarsi di lupini o diventare grande pioniere del digiuno intermittente. Ma noi del Sud lo sappiamo che ogni mattina in Meridione, come sorge il sole, un disoccupato si sveglia e sa che dovrà correre più di mille altri nullafacenti per essere tra le prime 123.433 candidature su Linkedin per l’unico annuncio della settimana. Ma poi diciamocelo, un background da programmatore gestionale/sistemista/postmaster/ BIND admin, tette ancora apprezzabili: insomma cosa mai potrà andare storto?
Giorni poi Settimane poi Mesi di stagnante neorealismo si avvicendano senza che nulla accada. Ne provo tante, dal ricamare il CV con competenze a catenella al cambiare la foto, passando da un ritratto in cui echeggia Macomefannolesegretariecongliocchialiafarsisposaredagliavvocati a una immagine strategicamente sottratta al mio MySpace. Finchè retroilluminata dall’aura della grossa, lampeggiante insegna al neon “Questa mi sa di pacco” mi si presenta l’unica opportunità di colloquio – no, non di lavoro – nella Puglia degli anni ’10. Nulla di comodo, in una citta poco appealing a 70 km di treno dalla mia, cui aggiungere una mezzora di mezzi per il pre viaggio, casa stazione. Ma – ehi! – non si puo’ voltar le spalle a una possibilità imbastita, e questo N anni prima che la Fornero ci timbrasse come Choosy.
L’incontro in se’ non va male. Si tratta di gestire il sito di ecommerce di un’ azienda di stampa a conduzione familiare. Le mie immaginifiche competenze di frontend developer/ web master/ customer care / email designer / CMS guru/ art director convincono, ah se convincono. Io ostento poker face di pregio, come se non facessi altro da quando ho imparato a opporre il pollice. Alla tipa che mi intervista appaiono evidenti i dollari negli occhi all’idea che possa avere 6 figure professionali pagandone una, pagandola poco, pagandola a ritenuta d’acconto e senza contratto d’assunzione, rinnovando cosi’ il tradizionale fenomeno mistico della Transustanziazione della disoccupazione in martirio, tipico della New Economy made in (South) Italy.
– La sede è questa, stiam facendo dei lavori per adeguarci alle 626, di solito è meglio. Il responsabile IT e Web vive a Londra, quindi sareste in comunicazione costante tramite skype. Potrebbe essere necessario magari vedersi li’ per lavorare de visu qualche volta, è un problema? ”
Ma va’. Nema problema. Tzk. Prendo un aereo all’anno – in quantità dispari, perchè un qualche meccanismo freudiano mi fa perdere quello di ritorno e ripiegare su mezzi di ripiego terracquei. Ma onestamente quale vuoi che sia la probabilità che si debba andar li?
Un radioso 2 maggio, questo sabato. In Puglia siam già con la sabbia tra le dita dei piedi, perchè mai schedulare un colloquio di lavoro il sabato mattina? I miei sensi di ragno alimentati a gasolio sapranno solo qualche tempo dopo che di sabato sarebbe stata assente la forza lavoro, una quindicina di operai del profondo Nord Barese adatti al cast di Misfits, vocali diversamente prounciate comprese nel cofanetto deluxe.
L’ufficio è un gran casino in una palazzina di paese – l’entrata, a livello strada, comunicante con il locale in cui una contadina vende al pubblico il suo raccolto, evadendo fiscalmente e utilizando il bagno aziendale per sciacquare la catalogna. Su due piani più una cantina son letteralmente ammassati stampanti industriali, toner, macchine da cucire, acidi e colori, carta fotografica, seghe a disco e telai di legno. Uno di quei posti in cui bene che ti deve andare ti fai venire un’ enfisema facendoti le piste con la polvere delle grondaie in eternit smangiucchiate dall’incuria, mentre se c’hai Saturno contro, basta una cicca mal spenta lanciata con nonchalance in zona solventi.
Voglio davvero farmi 140 km al giorno per lavorare sottocosto in questo circo? – penso, sfogliando le ricette a base di lupino su un embrionale sito di Giallo Zafferano, seduta sui mefitici sedili delle Ferrovie Bari Nord.
Chi scrive ‘sta roba?
Ciao, sono Ila
Rammendo buchi di sceneggiatura da oltre trent'anni