Ricordi sbocciavano le viole
Con le nostre parole
Non ci lasceremo mai
Mai e poi mai
Fabrizio De Andrè, La canzone dell’amore perduto
La fine di un amore: ci siam passati tutti – io personalmente son medaglia d’oro di Salto con l’Astio da circa vent’anni. Che si sia tratttata di convivenza o di relazione a distanza, dopo N anni insieme ci si sorprende a essere circondati da un’assenza abitata da mille oggetti più o meno discutibili – diciamocelo, il peluche a forma di Limulo comprato insieme alla gita all’acquario di Genova del 2011 fa davvero cagare, e sarebbe il momento di disfarsene.
Se googli “fine di una storia d’amore”, trovi tutta una serie di consigli di self-help, molti dei quali riguardano il decluttering sentimentale – quando non accarezzano soluzioni omicide. Nel 2006 la produttrice cinematografica Olinka Vištica e lo scultore Dražen Grubišić, entrambi di Zagabria, dopo 4 anni insieme e un mare di ricordi da smaltire decidono di istituire un repository uffiiciale di tutti i cimeli della propria storia, ma anche di quelle di amici e conoscenti, arricchito negli anni da perfetti sconosciuti che hanno iniziato ad ampliare la collezione includendo anche relazioni interrotte non necessariamente di coppia ma anche tra familiari, amici e cosi via. Partita come un’installazione d’arte itinerante, ha trovato casa stabile nel 2010 nel centro di Zagabria, a poca distanza dal Park Bele.
Non stupisce che un Museo sociologico diviso tra la Nostalgia di ciò che è stato e la Speranza verso il futuro sia sorto a Zagabria, la cui iconografia pop più celebre dondola tra il Murale dedicato a Nikola Tesla e le hit Italodisco di Sandy Marton, gloria cittadina senza pari.
Un giro in questo Museo di Storie potrebbe provocare cedimenti anche nei cuoridilatta più insospettabili. Gli oggetti, tra i più disparati e apparentemente bizzarri, sono accopagnati dai racconti di chi li ha ceduti – racconti particolareggiati o molto, molto sintetici, incazzati, nostalgici, rassegnati, rasserenati, rasserenanti. Colpisce la totale sincerità nell’aprire i propri sentimenti a chi legge. Nell’ epoca del mostrare sui social quanto estreme siano le nostre vite – solo grandi successi/solo grandi insuccessi – la malinconia che affiora dalle spaccature del nostro reale son tacitamente bannate dalla conversazioni pubbliche. Quindi contrariamente al titolo evocativo, il Museum of Broken Relationships è pieno di vita e speranze, oltre al ragionevole risentimento e bestemmioni e se-ti-vedo-per-strada-ti-asfalto. Comunque consiglio al pubblico femminile in ascolto di evitare visite in fase premestruo, perchè – true story – se ne esce veramente col trucco sciolto che pari Joker a fine turno.
Nella hit parade delle storie da guardare, ricordiamo:
1 – L’abito da sposa, da Zagabria – “Posso riaverlo indietro, se decido di sposarmi di nuovo?“

2 – Il tappo di sughero da Londra, UK – “Avrei dovuto sposarmi il 6 agosto 2011, ma ho scoperto sei mesi prima che il mio compagno mi tradiva. Questo è il tappo della bottiglia di champagne che ho usato per festeggiare la mia fuga.“
3 – La cyclette da Nurmijärvi , Finlandia – “Questa cyclette era originariamente un regalo di Natale per mia moglie. Ha una serie di programmi presettati, tra cui cardiofit e Heart Recovery (non funzionante, pare). Quando ho scoperto che a mia moglie piaceva salire in sella a molto altro, oltre che alla cyclette, ho chiesto il divorzio. Non ha voluto portar con se la bici, immagino adesso il suo cuore sia a posto.”
4 – La parrucca rossa da New York – “Quando la mia ex mi ha ridato indietro i cd e i vestiti dopo aver lasciato il suo appartamento, ha messo nella scatola anche una parrucca da donna. mai vista prima, senza nemmeno una nota di spiegazione. Ho solo immaginato che l’avesse comprata prima della rottura, per qualche gioco erotico mai affrontato“.

5 – Il ferro da stiro da Staananger, Norvegia – “Questo ferro da stiro è stato usato per stirare il mio abito da sposa: ora è tutto ciò che ne resta“.

Ad oggi se mi dovessero contattare per donare un cimelio dei mie disastri passati, la scelta cadrebbe su questo libriccino. Comprato durante un’ Estate Enigmistica a Madrid, al mercatino dei libri usati vicino l’ingresso del Parco del Retiro. Mi aveva colpito il titolo, Balada del Vagabundo Sin Suerte Y otros Papeles Volanderos, pensavo fosse davvero adatto a un Vagabundo a cui tenevo particolarmente. Tornata a Milano l’ho portato con me in borsa per un sacco di tempo, sperando di trovare l’occasione giusta per darglierlo.
Ma poi a una certa, l’estate è finita e il mare s’è diviso in due e la lontananza ha riempito lo spazio.
Il Museum of Broken Realtionships è a Zagabria, in Ćirilometodska ul. 2, nella Città Alta. Non troppo distante dalla Lotrščak Tower, dalla cui cima un colpo di cannone sottolinea ogni mezzogiorno che passa.

Orari dall’1.06 al 30.09:
ogni giorno, dalle 9 alle 22.
Orari dall’ 1.10 al 31.05:
dalle 9 alle 21.
Chi scrive ‘sta roba?
Ciao, sono Ila
Rammendo buchi di sceneggiatura da oltre trent'anni